Pages

Total Pageviews

Tuesday 3 May 2016

Una classe... davvero virtuale!!

Quest'anno che è stato avviato il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) comincio a sentirmi un po' meno strana.
Da qualche tempo cerco di parlare con i colleghi del mio istituto di ambienti di apprendimento virtuali, blog, Google Apps, ma dalle reazioni di alcuni mi sento sempre quella che non ha di meglio da fare che complicarsi la vita con queste "diavolerie tecnologiche", come se il mondo intorno a noi non fosse cambiato di una virgola negli ultimi decenni.
Sono blogger dal 2010, anno in cui di mia iniziativa ho cominciato a raccogliere materiali (a volte di altri a volte autoprodotti), mettendoli a disposizione dei miei piccoli studenti e di eventuli colleghi interessati (http://mrs-priest.blogspot.it/).
Sono stata ben felice di adottare un testo digitale e aiutare i miei alunni ad installarlo nei loro pc, e dopo un paio d'anni vedo che una metà dei miei alunni lo utilizzano come strumento di lavoro anche a casa.

Ma è arrivato il momento di andare oltre: nella mia scuola c'è un laboratorio di informatica "portatile" con 10 laptop che il più del tempo rimangono lì a prender polvere. Insegnando inglese vedo le classi al massimo 3 ore alla settimana e le attività da fare sono tante, per cui affrontare il laboratorio era un'impresa a cui mi dedicavo solo alcune volte all'anno per classe (anche se l'ho sempre fatto).

Ma senza un ambiente di apprendimento virtuale era tutto un viaggiare di chiavette, mail, o Dropbox nella migliore delle ipotesi! Risultato: le ore di lavoro non si contavano più.

Allora mi sono inventata una classe virtuale con "alunni virtuali". Domanda: non ti bastavano i tuoi alunni veri? Certo, ma se avessi detto ai colleghi e alle famiglie che avrei chiesto agli alunni di iscriversi alla classe virtuale, avrei sicuramente creato scompiglio.

Da qui la mia idea:


  1. Mi sono iscritta alla piattaforma Edmodo (ho scelto Edmodo perchè ha un vantaggio: non serve che gli studenti abbiano una casella di posta, e vista l'età dei bimbi della scuola primaria, è un vantaggio).
  2. Ho creato un gruppo che ho chiamato "Digichildren". 
  3. Ho iscritto nella classe 10 alunni virtuali a cui ho dato nomi di fantasia (in inglese) e a ciascuno di loro corrisponde un username (che è un numero) e una password: ho scelto questo numero perchè i pc sono 10 e quindi da ciascun computer si può accedere all'ambiente di apprendimento con una di queste identità virtuali.
  4. Ho stampato su dei cartoncini colorati i nomi, i codici di accesso e le password e poi li ho plastificati.
  5. Ora quando andiamo in aula informatica i bambini sanno che do a ciascuna coppia (che lavora insieme al computer) uno dei cartoncini colorati: dopo un paio di lezioni cominciano ad entrare in autonomia nell'ambiente virtuale, e trovano i materiali che ho caricato, ci lavorano e quando hanno finito hanno imparato a caricare in piattaforma i loro file accompagnadoli con un saluto a me in cui si firmano con il loro nome (così io so sempre a chi appartiene il file caricato).
Finalmente io mi ritrovo tutto il materiale a fine lezione caricato nello stesso "luogo" e mi basta riordinarlo: per alcuni insegnanti che lavorano con gli ambienti virtuali di apprendimento sembrerà banale, ma per me è stata una conquista!

E gli alunni se non hanno finito un lavoro possono riaprirlo la volta successiva e continuare da dove erano rimasti.





Qui di seguito il primo lavoro che ho organizzato con questa modalità: dovevamo costruire un calendario da mandare ad una classe in Olanda con cui condividiamo un progetto eTwinning